Azzolina, daremo 2,4 milioni di banchi monoposto, eliminerò le classi pollaio
Roma, 31 agosto 2020
Ai Dirigenti scolastici
ai Direttori dei servizi generali e amministrativi
a tutti i Docenti delle istituzioni scolastiche italiane
a tutto il Personale scolastico
Carissimi,
da domani prenderà il via formalmente l’anno scolastico. Quello che stiamo per
vivere è un inizio davvero particolare: tutti Voi, Docenti, Dirigenti, Personale ATA, siete
ben consapevoli del fatto che stiamo per scrivere, insieme, un capitolo nuovo e
determinante nella storia della nostra scuola.
Siate innanzitutto fieri del lavoro fin qui svolto.
Veniamo da mesi difficili in cui, come comunità scolastica, abbiamo dovuto reagire
ad una pandemia che ha colto il mondo di sorpresa, travolgendolo. Abbiamo affrontato
un evento inatteso e davvero doloroso per noi che viviamo del contatto con gli studenti:
la sospensione delle attività didattiche in presenza. La didattica a distanza, nonostante le
difficoltà, ha tenuto vivo il legame con le nostre ragazze e con i nostri ragazzi. Insieme
poi, a giugno, abbiamo riaperto i nostri Istituti, per la prima volta, per lo svolgimento
degli Esami di Stato delle scuole secondarie di secondo grado. In molti avevano messo in
dubbio la nostra capacità di organizzarli in presenza, allarmando su possibili fughe di
commissari e presidenti di commissione. In pochi hanno poi voluto raccontare con quale
spirito di servizio la scuola tutta abbia gestito senza alcuna criticità una prova che resterà
nella storia e nel cuore di studentesse e studenti. Anche di questo non posso che
ringraziarvi uno per uno.
A breve le scuole riapriranno le porte a tutti. Prima con i percorsi di recupero degli
apprendimenti, che andranno avanti anche durante l’anno per garantire a ciascuno
studente la preparazione di cui ha bisogno, poi con le lezioni vere e proprie.
Ci troveremo a convivere con regole di sicurezza da rispettare e con una maggiore
attenzione agli aspetti sanitari. Non era mai successo prima. So che c’è preoccupazione, è
comprensibile. Ci darà sostegno la garanzia del gran lavoro fatto. Lo dico senza alcun
trionfalismo, ma con soddisfazione: dati alla mano, nessuno in Europa si è impegnato
così tanto nei mesi estivi per preparare la scuola a questa nuova stagione.
Già a giugno è stato varato il Piano per la ripartenza di settembre, preparato insieme
ai tanti attori del sistema scolastico e istituzionale. Da allora non ci siamo mai fermati.
Abbiamo collaborato con le autorità sanitarie per avere regole condivise. E se queste si
sono evolute nel corso dell’estate è perché il quadro di una pandemia non è una
fotografia, non è statico, e al mutare delle condizioni la politica può e deve prendere
nuove decisioni. Lo abbiamo fatto. Oggi abbiamo regole chiare, tra le più rigorose in
Europa.
Abbiamo stanziato risorse per l’edilizia leggera – so che in molte delle vostre scuole
proprio in questi giorni si stanno completando gli interventi – risorse per i dispositivi di
protezione, per predisporre quella logistica che consentirà di evitare assembramenti
proteggendo la salute di tutti, per acquistare dispositivi digitali, connettività, libri e kit
didattici per i meno abbienti.
Daremo alle scuole 2,4 milioni di banchi nuovi monoposto. Uno strumento per
distanziare i ragazzi, per la sicurezza, ma anche un investimento sul futuro: lo Stato non
era mai intervenuto così massicciamente sugli arredi. Abbiamo letto di tutto su questi
banchi. Il dibattito è stato a tratti surreale, lasciatemelo dire. Ma chi insegna, dirige una
scuola o ci lavora, come voi, sa che queste dotazioni saranno importantissime per i nostri
studenti, non solo per la loro sicurezza oggi, ma anche per offrire la possibilità di
rinnovare la didattica domani. In questi giorni, poi, il Commissario straordinario sta
consegnando gel e mascherine nelle scuole. Fornirà tutto lo Stato.
Nonostante l’emergenza abbiamo digitalizzato e accelerato le procedure di
assunzione, quelle per l’assegnazione delle supplenze, una novità che modernizza il
sistema. Svolgeremo a breve concorsi per 78 mila posti che rafforzeranno il nostro
organico, fra cui quelli per le secondarie, molto attesi data la carenza di insegnanti. Avrei
voluto farli prima, è noto. Ma li faremo presto e credo che una volta per tutte il Paese
debba ragionare su un modello stabile di reclutamento. Ai nostri studenti servono
certezze, e le certezze si costruiscono a partire dai loro insegnanti. E lo faremo a
cominciare dal sostegno, vera emergenza su cui, con il Ministro dell’Università e della
Ricerca, abbiamo impresso una prima accelerazione aumentando il numero dei posti per
le specializzazioni.
In queste settimane abbiamo assistito ad un fiorire di commenti e ad un ampio
dibattito sulla riapertura delle scuole. Il che per certi versi è un bene: mai la scuola aveva
avuto tanta attenzione negli ultimi anni. Il Paese ne ha riscoperto l’importanza. Le
famiglie hanno compreso quanti sforzi occorrano agli insegnanti nel difficile compito di
educare e formare i loro figli. Eppure, il dibattito ha schiacciato la questione scolastica
troppo spesso sul lato sanitario, dimenticando il vero obiettivo della riapertura: i bisogni
educativi dei nostri studenti, a cui tutti noi ci siamo dedicati come personale della scuola.
E attorno a questa nuova attenzione per il sistema scolastico sono emerse narrazioni
spesso semplificate, alcune volte allarmistiche, quasi sempre ingiuste sul personale
scolastico.
In questi mesi avete lavorato tantissimo: ci avete messo il cuore e l’anima.
Nonostante quello che qualcuno può dire, non vi siete mai fermati, anzi, avete
iniziato a correre ancora più forte, per garantire la continuità didattica e per non perdere
il contatto con i vostri studenti. Voglio ringraziarvi uno ad uno per gli sforzi fatti e per
quelli che farete e dirvi che, come Ministra, io farò altrettanto e difenderò sempre il
lavoro di chi opera nella scuola, perché ne conosco le responsabilità e le difficoltà.
Respingeremo sempre con forza le insinuazioni che mirano a gettare discredito sulle
istituzioni scolastiche e soprattutto su chi ci lavora. Come quelle che danno già per certa
una fuga ipotetica di insegnanti dalle classi. O le narrazioni secondo cui non ci saranno
corsi di recupero perché i docenti si rifiutano di farli. Traduzioni semplicistiche che
rischiano di fare danno al sistema. Dimostriamo ancora una volta che il corpo dei
docenti è sano. Composto da insegnanti che ci credono. Che amano il proprio lavoro e
lo svolgono con professionalità e impegno.
Lavoriamo tutti insieme e riconsegniamo le scuole ai nostri studenti: il Paese ce ne
sarà riconoscente. Abbiamo una responsabilità storica grande. Sarà un anno duro. Ma
anche l’inizio di un percorso diverso. Avremo le risorse dall’Europa con cui costruire la
scuola di domani, a partire dagli insegnamenti di questi mesi. Abbiamo le idee e il
coraggio per realizzarle.
C’è una battaglia da portare avanti su tutte: quella per eliminare le classi sovraffollate,
le cosiddette classi pollaio. Abbiamo cominciato a intervenire sul provvedimento che ha
dato loro origine: il Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81. Già
oggi possiamo derogarvi, per l’emergenza, abbassando il numero di alunni per classe.
Porteremo avanti questo percorso. Così come dobbiamo immaginare e realizzare un
Piano pluriennale di investimenti sull’edilizia scolastica, grazie all’impiego delle risorse
provenienti dal cd. “Recovery Fund”. Abbiamo un obiettivo preciso, da raggiungere in
tempi certi: dotare il nostro Paese di scuole migliori, più sicure e funzionali alle esigenze
di studentesse e studenti. E lavoreremo su innovazione didattica e formazione di tutto il
personale scolastico, senza dimenticare la lotta ad ogni forma di povertà educativa e il
contrasto alla dispersione scolastica. Per una scuola al passo con i tempi, nella quale
nessuno resti indietro e che possa davvero offrire il meglio ai nostri ragazzi e alle nostre
ragazze, che li metta al primo posto, che sia per loro una casa in cui crescere, formarsi,
diventare cittadini consapevoli.
Il primo giorno di scuola porterà con sé grandi emozioni. Anche in chi vi scrive. Ai
nostri ragazzi e alle loro famiglie trasmettiamo serenità. Aiutiamoli a conoscere al meglio
e rispettare le regole sanitarie, spieghiamo agli studenti e alle studentesse che la scuola ce
l’ha fatta e non vedeva l’ora di accoglierli di nuovo. Perché tutti noi siamo a scuola per
loro. E tutti noi non vediamo l’ora di guardarli finalmente negli occhi e dire “Bentornate
e Bentornati”.
Lucia Azzolina